Betty Catroux è l’altra musa di Yves Saint Laurent. Molto diversa da Loulou de La Falaise, due bellezze diverse in tutto, la prima amante della vita notturna, del minimal, un angelo biondo dall’anima nera, mentre Loulou era il contrario: era luce, colore, giorno, divertimento.
Gambe chilometriche lunghi capelli biondi platino, sguardo enigmatico e uno charme androgino: Betty Catroux oggi sarebbe definita una it girl.
Betty Catroux: la vita
Elizabeth Saint, detta Betty, nasce a Rio de Janeiro il primo gennaio 1945, figlia unica di Carmen Saint, socialite francese di origine brasiliana, ed Elim O’Shaughnessy, diplomatico americano che lei stessa definirà “il sosia di Peter O’Toole”. Dopo i primi quattro anni trascorsi in Brasile si trasferisce a Parigi con la madre, per poi frequentare le scuole in Inghilterra. Un’educazione borghese, fatta di regole e imposizioni, ha accompagnato tutta l’adolescenza di Betty Catroux che trovò, nelle droghe, un diversivo per evadere da una realtà noiosa e grigia.
Grazie al suggerimento della baronessa Maggie Van Zuylen nel 1967 Betty, appena diciassettenne, sfila per Chanel e ricordando quel momento Betty definirà mademoiselle Coco “la vipera più geniale di tutti i tempi”.
Anche lei, come Loulou de La Falaise, ben presto capisce che sfilare non fa per lei, eccentrica, ribelle, uno spirito libero che detta la moda.
L’incontro con Yves Saint Laurent
Anima le notti parigine ed è proprio in una di queste serate che nel 1967 al Regine’s, incontra Yves Saint Laurent. È un vero e proprio colpo di fulmine, un amore fraterno che durerà tutta la vita, fino alla morte dello stilista nel 2008.

Credit: Pleasure Photo
Betty ricorderà quell’incontro: “Yves era biondo platino, in total look in pelle nera. Ci assomigliavamo. Era così timido che dovette mandare qualcuno al mio tavolo. Poi mi chiede se volessi sfilare per lui. Io dissi di no. Avevo fatto delle foto di moda all’epoca ma non era per me. Era solo un guadagno facile per andare a bere e fare casino”.
“La prima volta che vidi Betty”- raccontò Yves Saint Laurent, “era al New Jimmy’s, la discoteca del Régine, credo fosse il 1967. Lei indossava una gonna in plastica di Prisunic. Quel che mi impressionò fu il suo stile, l’androginia, il corpo, il viso, i capelli…”
Da quell’incontro non nacque soltanto un’amicizia ma un sodalizio tra un artista e la sua musa, ispirandolo per tutte le sue collezioni
“Tutto il mondo ha bevuto vino bianco con Betty”, dichiarerà lo stilista. “Lei mi rende felice, il suo stile eclissa quello delle altre donne… Nel suo modo di essere, di muoversi, di vestirsi, penso che Betty abbia inventato la modernità”.
“Pensavo a lei quando ho immaginato il completo pantalone, poi la pelle. Tutti i codici maschili che ho applicato alla donna. Se Paloma Picasso e Loulou de la Falaise ispirano la mia fantasia, Betty ispira il mio fisico rigoroso”, disse Yves Saint Laurent.
Lo Stile di Betty Catroux
Betty Catroux è l’incarnazione del minimal-chic, lo stile parisien fatto persona. Betty ama i jeans, i maglioni a collo alto, i pantaloni a sigaretta neri, jeans, blazer neri e in poche occasioni abiti da sera. Non le mancano mai gli occhiali da sole neri. Betty viene definita rotten-chic.

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Nel 1968, Betty Saint sposa l’arredatore d’interni francese François Catroux, nipote del generale Georges Catroux. Il giorno delle sue nozze, sfoggiò un look rimasto nella storia dei look da sposa creato da una pelliccia bianca e nera, gli shorts e gli stivali neri.

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Musa non solo per YSL
Il suo rapporto con la Maison è rimasto molto forte anche dopo la morte di Yves Saint Laurent e tutti gli stilisti del brand si sono ispirati a lei da Tom Ford a Stefano Pilati fino a Anthony Vaccarello che ha collaborato con Betty per la la campagna pubblicitaria autunno/inverno 2018-19.
Nella campagna fotografica Betty ha posato con i suoi immancabili occhiali neri e un chiodo di pelle, è proprio il caso di dire che la moda passa ma lo stile resta.
Qui l’articolo sull’altra musa di Yves Saint Laurent, Loulou de La Falaise